Alessia Pifferi condannata all’ergastolo
Autore: dr.ssa Martina PENAZZO
Istituto di Scienze Forensi Centro di Ricerca
Alessia Pifferi è stata condannata
all’ergastolo. È questa la sentenza dei giudici della Corte d’Assise di Milano
per la donna che nel luglio del 2022 ha lasciato morire di stenti la figlia di
due anni Diana, lasciandola sola in casa per sei lunghi giorni.
Nel corso dell’udienza svoltasi
nella mattinata della giornata odierna, l’avvocato della difesa, Alessia
Pontenani, ha chiesto l’assoluzione della Pifferi, unitamente alla
trasformazione del reato in “abbandono di minore”, in quanto “è evidente che
non voleva uccidere la bambina e lo ha detto fin dall’inizio”.
L’accusa ha chiesto invece
l’ergastolo per omicidio volontario. In particolare, l’avvocato De Mitri, legale
di parte civile, così si è espresso: “Pifferi ha ucciso la propria figlia, lasciandola
da sola senza acqua né cibo per sei giorni. Sapeva chiaramente che la figlia
sarebbe morta. Pifferi ha tradito la piccola Diana, ha tradito il corpo di
Diana. È stata una donna presuntuosa. Non ha chiesto aiuto alla famiglia, pur
sapendo che la famiglia l'avrebbe aiutata, nascondendo cosa faceva". La
mamma Maria e la sorella Viviana erano infatti "le uniche che le hanno
dato una mano. La madre ha cercato in tutti i modi di sostenere Alessia
Pifferi. Nonostante i rapporti fossero tesi, Viviana ha visto la nascita di
Diana come un miracolo. Mai avrebbero potuto pensare che Pifferi
abbandonasse in quel modo la bambina.”
Arriva
poi la replica del pm Francesco De Tommasi secondo cui “C’è una sola vittima che si chiama Diana, c’è una
bugiarda e un’attrice che si chiama Alessia. Vi chiedo di avere pietà di Diana
e ad Alessia Pifferi, donna senza speranza, di darle la speranza della pena.
Non concedete alcun beneficio perché ha mentito sulla vita di sua figlia, l’ha
tradita due volte: quando l’ha lasciata sola e quando in questo processo non si
è assunta le sue responsabilità. Condannatela all’ergastolo e avrete dato
verità e giustizia a Diana.”
La sentenza definitiva ha accolto
le richieste del pubblico ministero confermando il massimo della pena,
escludendo la premeditazione dalle aggravanti e stabilendo due anni di
sorveglianza speciale.
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